La provocazione Skripal/Duma, un piano “umanitario” occidentale
aprile 22, 2018 Lascia un commento
David Macilwain, AHTribune 21 aprile 2018Alla luce della storia, il 14 aprile 2018 sarà considerato il giorno in cui tutto cambiò. Senza l’attacco missilistico alla Siria, le azioni dei criminali sarebbero passate inosservate e rimaste impunite. Ma ora, la loro suprema fiducia nella propria capacità di condurre “provocazioni” con impunità, ne sarà la rovina, se c’è una giustizia nel mondo e chi possa farla rispettare. È stato detto a Norimberga, e va ripetuto, che: “La guerra è essenzialmente malvagia: le sue conseguenze non si limitano solo agli Stati belligeranti, ma influenzano il mondo intero. Iniziare una guerra d’aggressione quindi, non è solo un crimine internazionale, è il crimine supremo che differisce solo da altri crimini di guerra contenendo in sé tutto il male cumulato“. Dalle particolari circostanze dell’attacco missilistico congiunto USA/Regno Unito/Francia alla Siria, in violazione del diritto internazionale e senza consenso parlamentare, si evidenzia la questione di tutti i crimini di guerra commessi da tali partner. Finora, con l’evidente determinazione calcolata, ma ottusa, di lanciare tale attacco, alcuni crimini precedenti potevano essere stati trascurati o scusati come errori. Ma ora non più. Come con qualsiasi ladro o frodatore congenito, l’eccessiva sicurezza porta a negligenza ed errori che non possono essere trascurati o nascosti. Di per sé, l’identificazione del BZ, farmaco paralizzante “di grado militare” NON fabbricato in Russia ma posseduto da Stati Uniti e Regno Unito, potrebbe non essere stato sufficientemente ad accendere i riflettori sui veri colpevoli dell’avvelenamento degli Skripal. Con l’aiuto di media corrotti ed incuranti, molti crimini commessi dall’impero sono stati nascosti o usati contro le vittime; e l’abbattimento dell’MH17 vi si distingue. Ma il BZ non era il solo. Svelare candidamente la presenza di “Novichok o composti correlati” in campioni ambientali, dalla “purezza molto elevata”, implicando che fosse prodotto da un solo Stato, diede il via al gioco. Come spiegato con cura dagli esperti russi, e chi metterebbe in dubbio l’esperienza dei russi nel fabbricare armi chimiche, tali sostanze generalmente mantengono “elevata purezza” solo per poche ore, al massimo pochi giorni prima di degradarsi o evaporare. A seguito dell’apparente disaccordo sul luogo in cui gli Skripal sarebbero stati contaminati dal “Novichok” altamente tossico, la conclusione finale che si trattava della maniglia della porta casa sembra essere improvvisata per adattarla a una narrativa in via di sviluppo e alla sequenza temporale degli eventi che si svolgevano lontano, in Siria. Non solo le vittime dell’ultra-mortale agente nervino non mostravano sintomi di avvelenamento per tre ore, dopo essere usciti di casa, ma il team dell’OPCW che prelevò i campioni ambientali arrivò tre settimane dopo. Tali dettagli portavano la Russia a concludere che i punti campionati furono contaminati col “Novichok” molto tempo dopo che gli Skripal avevano lasciato casa, da agenti sconosciuti ma con accesso all’area riservata. Quattro giorni dopo l’attacco simbolico sugli impianti di armi chimiche smantellati e abbandonati dalla Siria, coi trenta missili che riuscivano a penetrare le difese aeree siriane, l’OPCW si riuniva a L’Aia per discutere i risultati dei test sugli Skripal. Per coincidenza, un gruppo dell’OPCW arrivava a Damasco, incaricato di visitare il sito del presunto attacco a Duma su richiesta della Russia. (Questa richiesta di verifica delle false accuse occidentali fu fatta dalla Russia una settimana prima dell’attacco, allo scopo d’impedire azioni pericolose e ingiustificabili).
Come se per mano di un grande orchestratore, i Paesi responsabili o complici dell’uso delle “armi chimiche” s’incontravano a Londra su argomenti di discussione quali: “L’uso della Russia di armi chimiche” e “Le capacità informatiche della Russia”. Eppure, in entrambi i casi la presunta colpevolezza della Russia fu nettamente smentita e il riflettore puntato sul governo di Theresa May. A Duma, i disperati tentativi delle potenze occidentali d’impedire all’OPCW dal visitare il sito dell’attacco, senza trovare nulla, si combinarono con le accuse infondate sulle forze russe e siriane che distruggevano le prove, con interviste assai sospette a locali che sostenevano di essere stati colpiti dall’attacco al “cloro”. A presentare tali testimonianze fu il Guardian, sostenendo che i medici erano intimiditi dal governo siriano, quando in realtà erano partiti sugli autobus coi mercenari jihadisti che sostenevano. Tali storie erano in contrasto con le prove e le testimonianze ottenute dagli investigatori russi e da giornalisti indipendenti. In modo piuttosto bizzarro, la scoperta di un impianto di armi chimiche a Duma, abbandonato dai terroristi, fu segnalata dai media mainstream, ma successivamente ignorata. Era presente all’inizio di un articolo che presentava in altro modo la solita narrativa contraddittoria. Alla fine, la maggior parte dei telespettatori avrebbe probabilmente dimenticato ciò che gli fu detto, immaginando di aver visto il laboratorio chimico dove il Presidente Assad creava personalmente i suoi missili tossici, pieno di odio e su ordine del Cremlino. “Agli ispettori dell’OPCW fu impedito di visitare il sito dell’attacco chimico in Siria” fu la notizia principale dei bollettini del giorno, con la notizia delle scoperte dell’OPCW sull’avvelenamento di Skripal citata in seguito. Sebbene le “affermazioni” della Russia siano state menzionate, venivano respinte da OPCW e dai governi dei Paesi NATO che serve. Se non fosse stato per Sergej Lavrov che rilasciava i risultati confidenziali del laboratorio Spiez in Svizzera, che testò sui campioni degli Skripal la presenza di un altro agente da guerra chimica e quasi del tutto estraneo, sicuramente non ci sarebbe mai stata menzione: “Riferendosi alle affermazioni di Lavrov sulla scoperta del BZ, Marc-Michael Blum, capo del laboratorio dell’OPCW, dichiarava alla riunione: “I laboratori hanno confermato l’identità della sostanza chimica applicando procedure esistenti e consolidate. Non c’era altra sostanza chimica identificata dai laboratori. Il precursore del BZ a cui si fa riferimento nelle dichiarazioni pubbliche, comunemente noto come 3Q, era contenuto nel campione di controllo preparato dal laboratorio dell’OPCW in conformità con le procedure di controllo di qualità esistenti. Altrimenti non ha nulla a che fare coi campioni raccolti dal team dell’OPCW a Salisbury“.” Con tale semplice affermazione, Blum effettivamente si dava le credenziali di strumento di pressione politica, rovinando quelle dell’OPCW. Evitando di negare l’affermazione di Lavrov che BZ o suo precursore furono trovati nel campione, ne confermò invece la presenza e l’accusa di Lavrov di scorrettezza proponendo una spiegazione del tutto implausibile, che il precursore del BZ provenisse dal campione di controllo. Se non è necessario citare un riferimento scientifico su qualcosa di così fondamentale per ogni analisi scientifica come i campioni di controllo, il testo sui campioni di “controllo di qualità” per l’analisi della cromatografia liquida/spettrometria di massa dovrebbe bastare: “I campioni vergini devono essere il più vicino possibile nella composizione dei campioni analizzati (matrice di corrispondenza). I campioni QC vengono generalmente preparati alla rinfusa e analizzati a intervalli regolari per monitorare la precisione e il bias del test. L’accettazione dei dati di solito dipende dai campioni QC quantificati con successo entro limiti predefiniti. È routine rianalizzare una parte dei campioni di test per dimostrare che la precisione del dosaggio è controllata (rianalisi del campione in corso – ISR). Questo perché i campioni di prova sono spesso sottilmente diversi dai campioni controllati. Ad esempio, i campioni biologici possono contenere metaboliti, dove i campioni di QC no. Devono essere predisposti criteri predefiniti per consentire la valutazione dei set di dati replicati”. Per una revisione dettagliata e tecnica dell’analisi degli agenti da guerra chimica, vedasi qui, in particolare notando l’estrema differenza strutturale tra agenti nervini, agenti vescicanti e agenti incapacitanti. La formula del “Novichok” o A234 può essere vista qui, mentre la sua relazione con altri agenti nervini organofosforici del tipo Sarin è chiara, non ha la minima somiglianza con agenti incapacitanti fentanil o 3-quinuclynidil benzilato – BZ. Questa dissomiglianza si applica anche ai prodotti di degradazione del BZ – “3Q” e la frazione benzilata del doppio anello benzenico. Riferirsi a questi come “precursori” è ugualmente fuorviante. È anche chiaro che il processo analitico per rilevare BZ è molto diverso da quello per gli agenti nervini, in particolare dopo la loro degradazione nel corpo. Il campione di controllo per tale analisi presumibilmente sarebbe stato BZ o suo prodotto di ripartizione 3Q.
In un’intervista straordinaria con Stephen Sackur della BBC, Sergej Lavrov dichiarava che “Perdiamo gli ultimi residui di fiducia nei nostri partner occidentali“. E anche se Sackur sembrava incapace di comprendere o persino considerare le parole di Lavrov, le conseguenze della dichiarazione rilasciata subito dopo l’attacco missilistico in Siria, spiega in modo inequivocabile perché tale fiducia è persa. Per la Russia ed alleati, l’inevitabile conclusione che le “provocazioni” di Skripal e di Duma siano parte integrante del medesimo grossolano inganno dagli stessi Stati, Regno Unito, Stati Uniti e Francia, significa che i precedenti eventi simili, usati da tali Paesi per promuovere i loro obiettivi geopolitici, vanno considerati probabili “provocazioni”. Considerando cosa ciò significhi per il progetto “umanitario” europeo e statunitense, usato per giustificare l’interferenza negli affari di altri Paesi quando ostacolano gli obiettivi occidentali, il recente sfogo di Mahdi Hasan di Intercept illustra la profondità di tale inganno. Elencando tutti i crimini che i sostenitori “liberali” e “umanitari” dell’opposizione siriana hanno usato per giustificare l’interferenza occidentale in Siria, Hasan identifica in realtà tutte le menzogne dette su Bashar al-Assad e l’Esercito arabo siriano. Oggi ci sono circa otto milioni di “apologeti di Assad” a Damasco che tifano il loro eroico leader e il loro eroico esercito, che nonostante tutto prevalgono sulle orde terroristiche e i loro sostenitori criminali di guerra di Londra, Parigi e Washington. Per loro almeno, questa era l’ultima provocazione.Traduzione di Alessandro Lattanzio