Intervista di Basma Qadur alla Professoressa Niloufer Bhagwat, Syria Times, 01 giugno 2015
La Professoressa Niloufer Bhagwat dell’Associazione degli avvocati indiani osservava che la Siria è in prima linea nella Terza guerra mondiale che mira a ricolonizzare le regioni strategiche nell’interesse dei governi imperialisti. Chiariva che la “nuova guerra di colonizzazione” è segreta e palese ed è guidata da Stati Uniti, Regno Unito, Israele e altre potenze della NATO alleate coi governi di Arabia Saudita, Turchia, Giordania e membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo usando mercenari criminali, terroristi, reclutati nella regione e in Europa, così come forze speciali e soldati dei Paesi vicini. “Tali terroristi, che abusano dell’Islam, non sono altro che strumenti per destabilizzare Paesi e creare caos e violenza settaria per spianare la strada all’intervento armato e alle operazioni militari”, dichiarava la Professoressa Bhagwat alla giornalista del giornale elettronico Syriatimes Basma Qadur, in un’intervista via e-mail. Aggiungeva: “Il terrorismo viene usato per aggredire, occupare, sottomettere economicamente e politicamente l’intera regione del mondo arabo, incluso il Maghreb, per mano della coalizione a guida USA della NATO, Israele e delle potenze regionali coinvolte. E la sovranità economica della popolazione del Paese non allineato viene presa di mira dal cambio di regime per installarvi governi collaborazionisti“.
Governi collaborazionisti
“I governi collaborazionisti devono servire le multinazionali e le istituzioni finanziarie dei governi imperialisti, che controllano la politica attraverso gruppi di riflessione come Rand Corporation e Trilateral Commission“. In tale contesto non si va dimenticato che uno dei primi atti del governo-fantoccio messo al potere dal colpo di Stato in Ucraina fu cedere l’oro ucraino a Washington e imporre condizioni economiche insopportabili ai cittadini ucraini amministrati da un consiglio rispondente alla Troika di FMI, Banca centrale europea e Unione europea, non al parlamento ucraino.
Le organizzazioni terroristiche sono al servizio degli interessi geopolitici d Stati Uniti, Regno Unito e Francia
“Pertanto, Stati Uniti, Regno Unito e Francia non passeranno mai una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’ONU per fermare il sostegno alle organizzazioni terroristiche che servono i loro interessi geopolitici legati ad occupazione, saccheggio e ricolonizzazione di diverse regioni del mondo per sostenere le proprie economia e finanze declinanti”, notava la Prof.ssa Bhagwat. Affermava che vi sono trattati segreti tra Stati Uniti e Regno Unito che guidano le potenze della NATO in alleanza con Israele, Turchia, Arabia Saudita, Giordania, Qatar ed Emirati per ritagliarsi aree strategiche per gasdotti e oleodotti in Siria. “Fu riferito che a margine della grande conferenza delle compagnie petrolifere tenutasi nel novembre 2013 in Turchia, che il governo turco ebbe l’ordine d’intensificare la guerra alla Siria dalle compagnie petrolifere che, come in tale guerra, decidono quali regioni e i Paesi sono oggetto di guerra e guerra civile“. La Professoressa Bhagwat indicava che la politica del regime turco contro la Siria fu pianificata dalla Rand Corporation, un think tank conservatore, finanziato da corporazioni, banche ed istituzioni finanziarie statunitensi per frammentare e mordificare diverse regioni strategiche del mondo per conto di gasdotti e oleodotti.
Erdogan viene finanziato dal Consiglio di cooperazione del Golfo
La Professoressa Bhagwat affermava che Recep Tayyip Erdogan riceve finanziamenti dal Consiglio di cooperazione del Golfo ed è personalmente legato finanziariamente a tali regimi, oltre alla stretta collaborazione con Israele, che ha cercato di camuffare con la tragedia della Mavi Marmara. “Il governo turco opera da Stato canaglia e colonialista nel mondo arabo. Il sostegno alle organizzazioni terroristiche in Siria è un’aggressione aperta alla Siria“, dichiarava, aspettandosi che l’Esercito arabo siriano non eviterà lo scontro diretto con l’esercito turco che partecipa all’aggressione in diverse aree nelle province di Idlib, Aleppo e Lataqia. Dal suo punto di vista, tutti i Paesi della regione, come Arabia Saudita, Turchia ed Emirati e loro alleati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le potenze coloniali, finiranno nel calderone in un modo o nell’altro nel nome del “terrorismo” per dimostrare che non c0è una guerra solo alla Siria, ma all’intero mondo arabo, e alle regioni dell’Africa scelte per essere saccheggiate delle risorse, come oro e risorse nazionali. “I nativi americani o indiani rossi furono spazzati via, anche se i coloni bianchi firmarono decine di trattati, queste sono le lezioni della storia“, affermava l’avvocatessa indiana. “Vedete che se le potenze coloniali raggiungeranno i loro obiettivi in Siria, Yemen e Iraq, in futuro ci sarà l’assalto all’Iran. “La Russia resterà obiettivo delle potenze coloniali, che cercano anche di creare punti di scontro bellico nel Mare della Cina meridionale“, aggiungeva sottolineando l’importante ruolo dell’unità dei popoli della regione nel resistere alla ricolonizzazione, osservando che gli organi disinformazione devono spiegare all’opinione pubblica mondiale che ciò che accade nel mondo arabo è una guerra coloniale e non una semplice operazione terroristica.
L’avvocatessa indiana era con la delegazione internazionale per la pace in Siria del 23-28 aprile 2015. Ci ha detto che il morale del popolo siriano e l’assenza di isteria tra popolo, soldati, intellettuali e leader politici l’attrassero.
Coesistenza spirituale
“C’era una tranquilla determinazione e rinnovato impegno tra i cittadini che si svolgevano il loro lavoro, altrettanto indimenticabile era lo spirito filosofico e l’unità spirituale tra l’alto clero delle diverse confessioni religiose, i quali si sono sacrificati in un modo o nell’altro tra i continui attacchi brutali che colpivano quasi ogni famiglia“, dichiarava la Professoressa Bhagwat. “Non è stata prestata sufficiente attenzione al fatto che in Siria è assurdo indicare la questione settaria, poiché le vaire culture sono profondamente intrecciate e collegate e la convivenza vi è profondamente radicata. Il Presidente Bashar al-Assad rappresenta la convivenza emotiva e spirituale dei siriani“, affermava la Prof.ssa Bhagwat, notando che il popolo siriano si è unito attorno al Presidente Bashar al-Assad dopo quattro anni di crisi, perché sa che il Presidente Assad resiste alle forze più sataniche sulla terra. “La Siria è un fronte militare che impedisce attacchi diretti ad altri Paesi e società dichiarati prossimi obiettivi militari delle organizzazioni terroristiche“, aggiungeva. “Nella mia infanzia ho conosciuto bene Damasco come culla della civiltà, e credevo davvero che non ci sarebbe stata nessuna Mecca senza Damasco, che nei secoli aveva assistito a tanti dialoghi e movimenti religiosi… Non immaginavo che un mi sarei seduta a capo chino pregando per la pace nella Moschea degli Omayyadi con la Delegazione internazionale della pace e i nostri amici siriani dalle diverse fedi religiose e confessioni islamiche e che ognuno di noi avrebbe pregato secondo le usanze dei nostri diversi Paesi e credenze religiose accanto al mausoleo dove la testa di Giovanni Battista, mentore religioso di Gesù Cristo, è sepolta, al centro della moschea, e il mausoleo del capo religioso della Siria assassinato, accanto alla tomba del coraggioso generale e monarca Salahudin, che sconfisse i crociati, accanto alla moschea“.
Questa è la Siria
“Questa è la Siria che ho sognato, dove non c’era alcuno scontro di civiltà, in quanto le civiltà non si scontrano, le guerre sono combattute per ragioni politiche ed economiche non per cultura o l’umanità. Come dicono i buddisti, il karma più difficile è essere un soldato, e in tempi come questi!!! Per me Damasco era un luogo di pellegrinaggio, come promise a mio padre musulmano e mia madre zoroastriana, non avrei fatto un passo sul suolo del territorio occupato dell’Arabia Saudita, a meno che non sia liberato, trovando il mio luogo di pellegrinaggio, un luogo degno delle mie personali preghiere per l’umanità e del mio omaggio. Ho trovato in Siria che i capi di tutte le confessioni religiose rispettano la fede e la fede altrui. Non dividono l’umanità in sette e religioni religiose ottuse e bigotte, e dove i capi religiosi comprendono come e perché l’umanità è schiava e da chi e dove sta la risposta“.
Obiettivi della visita
“L’iniziativa per la pace internazionale iniziò dopo l’aggressione alla Siria”, affermava la prof.ssa Bharwat, aggiungendo che gli obiettivi della visita della delegazione in Siria era esprimere sostegno fraterno e solidarietà al popolo siriano contro l’aggressione, partecipare alla conferenza dall’università di Damasco su “Siria, dalla distruzione alla ricostruzione“, visitare alcuni dei siti del patrimonio mondiale distrutti dalle bande criminali e partecipare alle solenni cerimonie religiose che commemorano il 100° anniversario del massacro degli armeni per mano del governo turco e dei suoi capi cospiratori. “In un modo o nell’altro alcuni membri della delegazione possono influenzare i responsabili politici sia perché sono in contatto con parlamentari e capi religiosi delle loro istituzioni, o sono influenti nei media, o che, come me, hanno posto la questione, discussa in occasione delle conferenze nazionali degli avvocati in India dal 2011, mentre presentavano documenti sulla situazione internazionale e nazionale“, concludeva la Prof.ssa Bhagwat.
Delegazione internazionale della pace
La delegazione internazionale per la pace in Siria includeva:
– Dottor Declan Hayes dall’Irlanda.
– Reverendo Andrew Ashdown in rappresentanza della Chiesa d’Inghilterra che recava un messaggio dell’Arcivescovo di Canterbury.
– Padre Dave Smith, rappresentante della Chiesa protestante d’Australia, accompagnato da un membro del team di pugilato olimpico australiano.
– Professor Simon Keys della Winchester University in Inghilterra.
– Professor Mohammed Maradi, professore di studi nordamericani all’Università di Teheran,
– John Mesler, giornalista free-lance di New York, professore dall’Armenia.
– Dr. Faysal Abdul al-Satar, giornalista che rappresentava i media del Libano
– Professoressa Niloufer Bhagwat dell’Indian Association of Lawyers.
Traduzione di Alessandro Lattanzio